Curiosità

18 gennaio 2018 IL PATRIMONIO GNOMONICO DEL CANAVESE: GLI OROLOGI SOLARI IN VIA DI ESTINZIONE

Il Canavese ha un patrimonio gnomonico che non sa nemmeno di possedere...
Ti sarà sicuramente capitato di vedere sulle facciate degli edifici pubblici delle rappresentazioni artistiche caratterizzate da intricate linee rette e curve poste all’interno di un riquadro in cui sono segnati simboli e numeri. E quasi per certo le avrai guardate senza comprendere di cosa si tratta e qual è la loro funzione, se non quella di essere una strana decorazione murale. In realtà, quel che ti sei trovato dinanzi sono gli antichi orologi solari, un vero e proprio patrimonio gnomonico poco conosciuto e ormai in via di estinzione.
 

Gli Orologi Solari in Canavese

Il Canavese costituisce un caso particolare, in quanto possiede un patrimonio gnomonico piuttosto ricco: su circa 133 Comuni soltanto una decina di essi non possiede orologi solari o meridiane. Curioso, no?

Il perchè il Canavese sia la terra degli orologi solari non è chiaro, ma molto probabilmente dipende dalla conformazione naturale del territorio, ovvero quello di essere prevalentemente agricolo e si sa che gli agricoltori basano la propria vita e le proprie attività secondo un orario estremamente preciso.

Ecco che dunque già in epoche remote si sono inventati nuovi strumenti di misurazione del tempo: le meridiane e gli orologi solari appunto.
 


Il patrimonio gnomonico canavesano è visibile su chiese, palazzi storici, scuole, ospedali, edifici pubblici, castelli, vecchie cascine, ville nobiliari e torri, ed è costituito da circa 950 orologi solari, distribuiti su tutto il territorio.

Gli orologi solari più vecchi risalgono al XVII secolo, ma non è certo che ce ne siano altri ancora più antichi che nel corso del tempo sono andati distrutti o sono ormai talmente rovinati e scoloriti che risulta impossibile leggere la loro data di realizzazione.

Alcuni esempi di orologi che hanno mantenuto la loro forma originale, seppur piuttosto rovinati, si trovano a Carema (1644), Perosa Canavese (1655), San Maurizio Canavese (1670), San Martino Canavese (1687) e ad Ivrea, dove ci son ben 24 orologi solari risalenti a vari periodi storici.

A San Benigno Canavese, invece, troviamo le quattro tipologie di quadranti realizzati a partire dal 1699: quadranti ad ora antica che mostravano per lo più gli influssi astrologici sull’ora piuttosto che l’indicazione oraria esatta; quadranti babilonici che segnavano il numero di ore trascorse dal sorgere del Sole; quadranti ad ora italica che dividevano il giorno in 24 parti e iniziavano la numerazione delle ore a partire dal tramonto del Sole; e quadranti ad ora astronomica o francese che segnano l’ora come i nostri odierni orologi da polso.   

 

 

Non stupisce quindi che per noi osservare oggi questi orologi solari sia come guardare degli scarabocchi di cui ci è impossibile la lettura e la comprensione artistica. Eppure di valore ne hanno davvero molto, sia dal punto di vista storico sia da quello artistico.

Inoltre, sono degli strumenti molto utili, in quanto forniscono informazioni sul tempo solare di un luogo preciso (pensa che a Ivrea quando il nostro orologio da polso segna le 12, in realtà mancano ancora 28 minuti e 30 secondi al mezzogiorno solare vero!), sulle ore che mancano al tramonto del Sole (un’informazione molto utile per gli agricoltori), sulla direzione dei punti cardinali oppure ancora sull’inclinazione esatta del Sole e su una data particolare, come le festività.

 

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Perché gli orologi solari sono un patrimonio in estinzione?

Gli orologi solari si trovano un po’ ovunque, ma il fatto sorprendente è che quasi nessuno sembra vederli o dargli il giusto valore. Molti Comuni del Canavese, ma anche italiani in generale, non sanno nemmeno di avere un patrimonio gnomonico così importante che potrebbero sfruttare per valorizzare il proprio territorio e le proprie risorse artistiche, storiche e naturali, facendole conoscere tanto ai locali quanto ai turisti. Quel che manca è sicuramente il cosiddetto “turismo gnomonico”: in quanti ci hanno pensato?

In sostanza, quel che ogni Comune canavesano e italiano dovrebbe fare è:

  • riconoscere gli orologi solari e le meridiane come vere opere artistiche;

  • intraprendere attività di restauro per salvaguardare ciò che ne rimane ed evitare che scompaiano definitivamente;

  • promuovere il turismo gnomonico, proponendo visite guidate su itinerari storici e artistici senza dimenticare i paesaggi naturalistici, le tradizioni e la cultura locale e la gastronomia tipica del territorio.

È evidente a questo punto che se gli orologi solari sono rappresentazioni artistiche e storiche del tempo passato e costituiscono un importante patrimonio, è fondamentale non farle cadere nell’oblio, no?

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