Il Carnevale di Ivrea: storia, tradizione, passione
Per chi ama il carnevale, quello di Ivrea è sicuramente il più atteso, il più particolare e il più discusso.
Chi non è di Ivrea non sempre riesce a superare l'idea masochista del “tirate le arance per farvi male?!” e trova inconcepibile tutto l'entusiasmo che gli eporediesi mostrano in tale manifestazione.
Ma la battaglia delle arance non è solo un momento goliardico, nel quale i partecipanti “se le danno a colpi di arancia”, è altresì una tradizione che va avanti sin dal Medioevo e ha valore simbolico, in quanto rappresenta la lotta del popolo, guidato dalla sua eroina Violetta (o Mugnaia) contro i soprusi dei potenti signori. La leggenda infatti narra che la figlia di un mugnaio si ribellò di sottostare allo “jus primae noctis” imposto dal tiranno eporediese, decapitandolo e guidando così la battaglia del popolo, rappresentato dalle nove squadre di aranceri a piedi, contro le armate del feudatario, rappresentate dai tiratori sui carri (attualmente 54).
Ciò che alcuni scettici della battaglia delle arance non sanno è che essa si basa su alcune regole cavalleresche non scritte e condivise da tutti i partecipanti: è vero che si rischia qualche livido sul corpo o l'occhio viola, ma è pur sempre un gioco, basato sul rispetto, sul divertimento e sulla non volontarietà di fare davvero male a qualcuno.
Inoltre, per chi non vuole essere preso ad “aranciate” è caldamente invitato a rispettare la tradizione di indossare il “berretto frigio”, simbolo della libertà conquistata dalla Vezzosa Mugnaia, ma anche di fare particolare attenzione e di evitare improvvisi impeti di coraggio, invadendo le piazze dove si consuma la battaglia.
Spreco di arance?
Ogni anno le polemiche sul carnevale di Ivrea sono tante, ma quella che maggiormente indigna e fa discutere le persone è lo spreco di arance durante la battaglia.Oltre 600 tonnellate di arance vengono utilizzate per i tre giorni di battaglia e provengono dalla Calabria e dalla Sicilia. Ma si tratta davvero di uno spreco?
Ebbene no! Le arance in questione sono scarti destinati al macero e non sono buone da mangiare. Vengono prodotte appositamente per il carnevale di Ivrea da aziende calabresi e siciliane, le quali, grazie anche alla manifestazione eporediese, riescono a dare occupazione a decine di persone e a mandare avanti la propria attività di produzione.Inoltre, quel che molte persone ignorano è che, al termine della giornata di battaglia, l'azienda dei servizi ambientali di Ivrea raccoglie le arance da terra e le deposita in vasche speciali, dove diventeranno dopo alcune settimane concime naturale per uso agricolo.
Ma lo sai che le arance utilizzate a Ivrea sono anche “arance frigie”?
“Arance frigie” è un'iniziativa nata dalla collaborazione tra la Fondazione del Carnevale, il Comune di Ivrea, l’associazione Libera, l’associazione degli Aranceri, la Fondazione Benvenuti in Italia e la Prefettura di Torino e ha lo scopo di liberare la produzione delle arance dalla mafia e dal caporalato.In questo modo, si promuove la trasparenza e la legalità e si dà la possibilità solo alle aziende che rispettano le regole e hanno un atteggiamento virtuoso di rifornire il carnevale di Ivrea di arance.
Patrimonio culturale e spettacolo goliardico
Molto probabilmente le polemiche non cesseranno mai di esistere, ma nonostante ciò il Carnevale di Ivrea è diventato una patrimonio culturale e una manifestazione ormai di fama internazionale, che ogni anno attira turisti provenienti da tutto il mondo, in particolare da Cina, Giappone, Australia e Russia.
Alcuni di essi vengono esclusivamente per la battaglia delle arance, che osservano nascosti dietro le reti di protezione presenti in ogni piazza di tiro, scattano foto e fanno facce doloranti quando vedono un’arancia colpire qualcuno; altri invece si mostrano più spavaldi e vogliono vedere da vicino la battaglia, entrano nelle piazze e, se hanno la possibilità, raccolgono qualche arancia e la tirano un po’ sui carri, un po’ sugli aranceri a piedi. E come se la ridono quando riescono a colpire qualcuno!
Ad ogni modo, al di là delle polemiche, il Carnevale di Ivrea è una tradizione storica, un simbolo di libertà e uno spettacolo goliardico, che come tale dev’essere vissuto senza esagerazioni e avendo rispetto per gli altri, non una vera battaglia, bensì un gioco all’ultimo “spicchio di arancia”.
StayDo ora è presente anche in Canavese. Oltre al Carnevale di Ivrea è possibile vivere esperienze, partecipare a corsi e godersi il patrimonio storico e naturale dell’area.
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